27/05/2016

Intervista a Marco Camisani Calzolari


Ho avuto il piacere di intervistare il prof. Marco Camisani Calzolari, impegnato nel settore mediatico da oltre vent’anni, imprenditore, digital evangelist, fondatore di numerose attività nel settore del Business to Business e Business to Consumer.

Tra i suoi progetti spiccano Megashouts.org, Livepetitions.orgSpeakage.co.uk.

Marco, qual è il valore dei media personali ed aziendali (tra questi spiccano le radio in store) per il marketing di un’attività?

Ogni azienda oggi è editrice di se stessa, perché ha a disposizione una serie di strumenti che le consentono di comunicare, ed è in atto una disintermediazione che prima non era fattibile. Che siano radio in store, così come un canale youtube o una pagina facebook, soprattutto i contenuti sono importanti, perché rappresentano l’azienda.

Prima dell’avvento delle comunicazioni digitali, i media erano divisi in tre categorie distinte: Radio, giornali e televisioni. Oggi ha ancora senso che un brand mediatico si settorializzi o reputi necessario coinvolgere su più fronti?

No, la settorializzazione non è consigliabile. Servono tutti i mezzi possibili, ma ciò che conta è lo sforzo che viene fatto nell’utilizzo dei vari mezzi. Anche se un brand non avesse la necessità di essere presente su un particolare mezzo comunicativo, può essere utile anche semplicemente per l’indicizzazione sui motori di ricerca.

Internet, a tuo parere, può essere il mezzo di comunicazione definitivo o continueranno ad esistere metodologie di tramissione svincolate dalla rete, come avviene oggi per la tv o la radio?

Una volta esistevano i trasmettitori via etere e i sistemi che convertivano tali segnali nell’etere in immagini. Tutto il sistema veniva chiamato televisione. Oggi la televisione è un monitor dal quale è possibile si vedere la televisione “classica” ma al quale è possibile connettere dispositivi esterni, ed il suo utilizzo non è più univoco. Che si tratti di una consolle per videogame, di un box per Mediaset Premium o di un collegamento Internet per la visione dei contenuti di Netflix, oggi non esistono più poche realtà che offrono contenuti. Basta pensare ad Amazon che fa tutt’altro mestiere ma che è entrata nel settore dell’editoria televisiva. Oggi i media sono ibridi con Internet sempre più padrone, considerando comunque che il satellite e l’etere non stanno certo morendo.

Che passi dovrebbe compiere l’Italia, soprattutto nel ramo della connettività in movimento, per potere essere una nazione d’eccellenza?

Oggi con il 4g ci sono tanti vincoli in merito alla capacità trasmissiva che con il 5G saranno superati. Basta pensare a quello che succede quando ci troviamo in uno stadio o ad un concerto. Le celle si saturano presto perché la connettività che la cella distribuisce spesso è una semplice ADSL e se viene distribuita su troppi utenti nessuno ha una qualità valida di navigazione. Il mobile funziona ma le tariffe non sono adeguate alla logica di Internet che deve essere unlimited. Il mobile per ora quindi non è una soluzione. Con l’approvazione del piano per la banda larga si assisterà ad un miglioramento della copertura per le zone a fallimento di mercato.

Tra i progetti che ti riguardano spicca MegaShouts, attività di amplificazione di problematiche sociali tramite i media. Qual è il ruolo che esercitano le web radio e le web tv per incentivare la diffusione dei progetti e delle campagne?

Megashouts amplifica i messaggi per ottenere dei risultati in termini di influenza mediatica e nel contattare figure di rilievo per la risoluzione dei problemi. Compendiamo campagne di crowdfunding e ci concentriamo molto sul digitale, del quale fanno ovviamente parte i media online. Megashouts è il presente ed il futuro dell’attivismo online che è oggi purtroppo ancora fermo a logiche antiquate.